Un uomo immerso in acqua gelida non sopravvivere più di 20/30 minuti prima di morire assiderato. La notte del 11 marzo del 1984 dopo il naufragio delle sua imbarcazione un uomo riuscì a nuotare per 6 ore in acque prossime allo zero senza riportare nessun segno di assideramento.
Come è stato possibile?
Questa è l’incredibile storia di Gulli, l’uomo foca. La notte dell’undici marzo del 1984 il peschereccio Hellisey navigava vicino le coste meridionali dell’Islanda, sull’imbarcazione cinque uomini erano impegnati nella battuta di pesca. La temperatura si aggirava intorno a -2 gradi, una leggera brezza soffiava da nord, uno strato di gelo copriva le superfici dell’imbarcazione.
Il peschereccio era impegnato nella pesca a strascico quando improvvisamente la rete si impigliò nel fondale marino, i marinai a bordo non riuscirono a disincagliare la rete che capovolse l’imbarcazione e getto tre dei cinque marinai in mare. Due uomini morirono subito perché rimasti bloccati nella stiva della nave invasa dalle acque, gli altri tre uomini si ritrovarono nelle acque gelide. Uno di questi tre uomini era Gulli, un giovane ragazzo di 22 anni.
Gli uomini si ritrovarono immersi nell’acqua ad una temperatura di 5 gradi, lo shock termico fece perdere immediatamente i sensi a uno dei tre uomini che mori in breve tempo, Gulli e il capitano dell’imbarcazione si ritrovarono soli nelle acque gelide. Nella foga del momento non riuscirono a mandare il segnale di sos, nessuno sapeva che l’imbarcazione era affondata, ai due uomini non restava altro che nuotare verso la riva. Dopo circa venti minuti Gulli si rese conto che era rimasto solo, il capitano era annegato sopraffatto dalla temperatura dell’acqua. Nuotare nell’acqua gelida è molto difficile, la bassa temperatura rende l’acqua vischiosa ed è molto difficoltoso stare a galla.
Gulli era solo, non poteva fare altro che nuotare verso la riva, nuoto per 6 ore, per stare sveglio parlava con i gabbiani che gli volavano intorno, finalmente alle prime luci dell’alba riusci a raggiungere una spiaggia rocciosa, era esausto ma ben presto di rese conto che le pareti rocciose che circondavano la spiaggia non potevano essere scalate, si dovette ributtare nelle acque gelide sino a quando non trovo un passaggio agevole.
Il giovane marinaio finalmente riusci a toccare la terra ferma, ma la sua sofferenza non era finita, dovette camminare altri 3 km sul terreno lavico ghiacciato a piedi nudi e bagnato fradicio prima di arrivare in un villaggio. Trasportato in ospedale fu immediatamente ricoverato, i medici che si presero cura di lui non riuscirono a trovargli il polso, la sua temperatura corporea era inferiore ai 34 gradi ma nonostante la notte passata nelle acque ghiacciate non mostrava segni di assideramento.
Quando Gulli raccontò la sua storia i medici furono molto scettici, non era possibile sopravvivere e nuotare per sei ore in acque gelide. Il giorno seguente con molto stupore furono trovati i resti dell’imbarcazione nel luogo indicato dal marinaio, Gulli aveva raccontato la verità. La storia di Gulli stimolò la curiosita dei medici che lo avevano in cura, come aveva fatto a sopravvivere cosi a lungo. Il giovane marinaio non era un atleta, non praticava nessuno sport ed era anche sovrappeso, non aveva particolari qualita fisiche. I medici gli chiesero se potevano studiarlo per capire come era riuscito a sopravvivere, Gulli accettò con la speranza che la sua storia potesse in futuro aiutare altri uomini che si trovavano a vivere una situazione come la sua.
I medici sottoposero Gulli a diversi test, ricrearono in una piscina le condizioni del mare di quella notte, insieme a lui parteciparono tre militari.
I tre uomini addestrati e in piena forma non riuscirono a resistere più di venti minuti immersi nell’acqua gelida, Gulli resistette senza particolari problemi più di 75 minuti.
Indubbiamente il ragazzo aveva qualcosa di straordinario.
Dopo diverse analisi i medici capirono che la straordinaria resistenza del giovane era dovuta alla composizione del suo grasso, con stupore si accorsero che il suo grasso era più spesso del normale, più simile a quello di una foca che a quello di un uomo. Gulli venne soprannomianato l’uomo foca, dopo un po’ decise di non sottoporsi più ad alcun test, non gli piaceva essere trattato come una cavia da laboratorio, si ritiro nel suo paese e continuo il suo lavoro.
Oggi Gulli vive ancora nel suo villaggio, in ricordo della sua impresa ogni anno viene organizzata una competizione agonistica di nuoto, i vincitori vengono premiati direttamente da lui. Nel 2019 la sua storia è stata raccontata nel film The Deep, e lo ha reso famoso in tutto il mondo anche se Gulli non si è mostrato molto contento del clamore mediatico. La storia di Gulli è indubbiamente straordinaria, ancora oggi come sia riuscito a sopravvivere a quella terribile notte rimane un mistero non del tutto chiarito.