La scoperta nel corso degli anni di antiche cartografie può mettere in discussione la storia che tutti noi siamo abituati a conoscere?

Novembre del 1929, il museo Topkapi di Istanbul sta procedendo alla catalogazione di alcuni reperti, durante i lavori di riordino viene scoperta un’ antica carta geografica non catalogata, si tratta della sezione di una mappa, circa un terzo o forse la metà dell’originale, che raffigura parte del continente americano e delle coste dell’Antartide.

L’antico documento è stato redatto nel 1513 dall’ammiraglio della flotta turca Pirì Reis, circa venti anni dopo la scoperta dell’America da parte di Cristoforo Colombo.
Ciò che stupì e stimolò la curiosità di alcuni studiosi fu che nella mappa venivano raffigurati territori che all’epoca non potevano essere conosciuti perché non ancora esplorati, in particolare modo attirò l’attenzione dei ricercatori quella che sembrava essere la costa settentrionale dell’Antartide, luogo che sarebbe stato scoperto quasi 300 anni dopo, nel 1820 da una spedizione russa.
Nella mappa di Piri Reis inoltre l’Antartide appariva raffigurato privo di ghiacci, situazione che, secondo gli esperti, non poteva essere precedente ad almeno 6000 anni fa.
Ma com’è possibile che la mappa di Pire Reis rappresenti luoghi che all’epoca non erano ancora stati scoperti?

Nella note che accompagnano lo stupefacente documento, l’ammiraglio Turco spiega come riuscì a disegnare la carta geografica, si servì di circa venti antiche mappe, otto mappe tolemaiche, quattro portoghesi, una araba e una particolare mappa di cui era venuto in possesso tramite un marinaio che aveva navigato con Cristoforo Colombo alla volte dell’America.
Nel memoriale che accompagna la mappa, Pirì afferma che Colombo conosceva l’esistenza dell’America perché era in possesso di antiche mappe che la mostravano e che si era servito di questi documenti per convincere la regina di Spagna a finanziare la sua impresa.

Nel 1965 il professor Charles Hapgood, dell’Università del New Hampshire, esaminando la mappa di Piri Reis sostenne con forza che tra le fonti di cui si servi i’ammiraglio Turco ci fossero antichi documenti risalenti a 4000 anni fa.
Quattromila anni fa secondo le nostre attuali conoscenze non poteva esistere società abbastanza progredita in grado di elaborare una carta geografica di tale precisione, ma secondo il professore invece esisteva una civiltà abbastanza evoluta non solo capace di navigare negli oceani ma anche capace di volare perché una simile precisione riscontrata nella mappa non era possibile senza una osservazione aerea.
Un antico popolo aveva quindi esplorato il mondo in un’epoca remota, quando ancora i ghiacci non ricoprivano le coste dell’Antartide e antichi documenti ne provano la loro esistenza?

Oltre alla mappa di Pirì Reis esiste un’ altra interessante carta geografica redatta nel 1531 da Oronzo Fineo.
Tale mappa è la copia di antiche carte e anch’essa rappresenta il continente antartico, denominato Terra Australis.

In questa carta la costa del continente antartico è rappresentata priva di ghiacci, vi sono raffigurate catene montuose e fiumi, luoghi che sembrerebbero essere esistiti realmente ma che attualmente non siamo più in grado di individuare perché coperte dai ghiacci.
Osservando l’entroterra del continente raffigurato nella mappa notiamo che non sono presenti ulteriori annotazioni, forse nel momento in cui veniva redatta la carta l’entroterra del continente era ricoperto dal ghiaccio?

Moltissime antiche carte rappresentano la Terra Australis, già i filosofi greci avevano dedotto che la terra fosse rotonda e ne avevano calcolato con un buona approssimazione il diametro e ritenevano che se esistevano terre emerse a nord dovevano essercene senza ombra di dubbio anche al sud, altrimenti il mondo sarebbe stato sbilanciato.

Sulla terra Australis sono stati scritti numerosi libri, antiche cartografie lo rappresentano, ma si tratta di un continente reale?

Dopo la scoperta dell’America i navigatori portarono la testimonianza di nuove terre scoperte a sud, si rafforzò quindi l’idea che il mitico continente di cui si parlava già al tempo dei Greci esistesse realmente, per questo molte carte cinquecentesche lo rappresentano.

Che dire quindi della carta di Piri Reis?

Secondo i ricercatori la carta di Pirì Reis non nasconde nessun mistero, l’ammiraglio si servì della documentazione che era disponibile all’epoca, quello che il professor Hapgood ritiene essere l’Antartide in realtà sarebbe la costa dell’argentina, posizionata orizzontalmente rispetto alla sua reale posizione per adattarsi alla forma della pergamena o per fare entrare i territori sotto la giurisdizione del Portogallo.
All’epoca le carte geografiche erano spesso strumenti politici per rivendicare il possesso di un territorio, il meridiano denominato la Raya divideva l’influenza spagnola da quella Portoghese.
Una linea immaginaria che andava da nord a sud al largo delle Isole di Capo Verde divideva il mondo in due aree, disegnare un territorio ad ovest o ad est del meridiano significava assegnare il territorio all’influenza spagnola o portoghese.

Il mistero sulla mappa di Pirì Resi forse è stato risolto ma non tutti i ricercatori sono d’accordo, siamo sicuri che questo antico documento continuerà a far parlare di se.

 

 

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