Cosa sono le fasce di Van Allen e perché per alcuni la loro esistenza sarebbe una prova che mette in dubbio lo sbarco dell’uomo sulla Luna?
Negli anni 50 il fisico Van Allen mentre analizzava i dati di due satelliti progettati per studiare i raggi cosmici si accorse di alcune anomalie nei dati.
Si rese conto che il nostro pianeta è circondato da due pericolose fasce di radiazioni, una interna e una esterna.
Le fasce sono create dello scontro del vento solare con il campo magnetico terreste.
Il campo magnetico terrestre intrappola le particelle cariche provenienti dal sole e dallo spazio profondo disponendole in una fascia toroidale, formando cioè una sorta di ciambella radioattiva attorno al pianeta.
La fascia interna composta prevalentemente da protoni si estende tra i 700 e i 12000 km, mentre quella esterna composta in prevalenza da elettroni tra i 13.000 e 40.000 km dalla terra.
La presenza di queste fasce rappresenta un reale problema per tutte le missioni oltre l’orbita terrestre.
Le radiazioni sono pericolose per l’uomo e rischiano di danneggiare le apparecchiature elettroniche di eventuali capsule che dovessero attraversarle.
Un problema che desta preoccupazione e a cui gli ingegneri stanno cercando delle soluzioni.
Così nel 2014 la Nasa ha deciso di testare la capsula Orion con un volo di prova.
Orion nei piani della Nasa sarà la nuova capsula che dovrà portare gli uomini sulla Luna e Marte.
Il volo di test fu effettuato senza equipaggio per permettere agli ingegneri di valutare l’efficacia dei materiali protettivi che dovranno proteggere i futuri equipaggi dalle radiazioni.
Questi test della Nasa sulla ricerca di sistemi per proteggere i futuri astronauti dalle radiazioni hanno scatenato diverse polemiche, in molti si sono chiesti come hanno fatto allora nel 1968 gli americani con le missioni Apollo a oltrepassare le fasce di Van Allen e inviare gli uomini sulla Luna.
In realtà già negli anni sessanta si è compreso che è possibile attraversare le fasce di Van Allen senza grossi problemi.
Le fasce non sono uniformi e con una giusta traiettoria si riesce a ridurre il rischio delle radiazioni, anche il tempo non eccessivo richiesto dall’attraversamento è un punto a favore per minimizzare la durata di esposizione alle radiazioni.
C’è da dire che anche la stazione orbitante, la ISS, pur essendo in orbita bassa attraversa periodicamente le fasce di Van Allen. Questo perché esiste una propaggine delle fasce, chiamata anomalia Sud Atlantica, che arriva fino a bassa quota, circa 200KM, in piena altezza orbitale della stazione spaziale. E non sembrerebbe che questi passaggi abbiano causato problemi agli astronauti.
Le missioni Apollo si sono interrotte negli anni 70, e con la loro interruzione parte dell’industria aerospaziale ha rallentato e abbandonato i vecchi progetti.
Orion è frutto di una nuova tecnologia e ha bisogno di essere testata per verificare che tutto funzioni nel migliore dei modi e minimizzare ogni rischio per l’equipaggio. Oltretutto scopo della NASA e riuscire a far permanere gli equipaggi per lungo tempo nello spazio eliminando qualsiasi rischio per la loro salute.
Le missioni Apollo sono state delle missioni pionieristiche dove esistevano ancora dei margini di incertezza preoccupanti e alcuni incidenti come quello dell’Apollo 1 o dell’apollo 13 misero in discussione il programma.
Secondo la Nasa il programma Apollo ha avuto la fortuna di operare in un momento in cui l’attività del sole non era particolarmente forte.
Le tempeste solari aumentano le radiazioni in modo improvviso ed esponenziale e questo è un serio problema per le future missioni perché non siamo in grado di prevederle con certezza.
Grazie alla missione cinese del gennaio del 2019 sappiamo che l’esposizione alle radiazioni sulla luna è 200 volte superiore rispetto alla terra.
Questo livello di radiazione, senza delle strutture capaci di proteggere gli astronauti, renderebbe pericolosa una lunga permanenza sul suolo lunare.
Oggi la Nasa si sta preparando con Orion a ritornare sulla Luna, la capsula ha superato i test di controllo ed è pronta per essere integrata con il sistema propulsivo, il più potente razzo mai costruito dall’uomo e sembrerebbe essere tutto pronto per la missione Artemis-1 un viaggio senza equipaggio, che porterà Orion in orbita sulla luna per poi rientrare sulla terra.
Lo spazio è un luogo inospitale per la vita, le fasce di Van Allen sono uno dei tanti pericoli verso cui qualsiasi missione va incontro, pericoli che però non fermano la determinazione nell’esplorare il cosmo.