La mascherina è inutile e dannosa, viola le libertà costituzionali e l’obbligo di indossarle serve per riempire le tasche di industriali senza scrupoli che d’accordo con il governo sfruttano il virus per arricchirsi.

Queste parole che sembrerebbero essere pronunciate in questi mesi del 2020 in realtà sono le tesi della lega contro le mascherine che nel 1918, negli stati uniti, lottava contro l’obbligo di indossarle durante la pandemia di spagnola.                           Nel 1918 l’influenza spagnola  stava colpendo duramente gli Stati Uniti, in autunno il contagio raggiunse livelli drammatici.    Per limitare la diffusione della malattia il governo fu costretto a prendere duri provvedimenti.                                                             Furono vietati gli assembramenti, chiuse le scuole, i negozi e i teatri e  chiunque fosse costretto a svolgere attività lavorative a stretto contatto con il pubblico fu obbligato a indossare la mascherina protettiva. La croce rossa distribuiva le mascherine per le strade e la maggior parte della popolazione inizialmente segui queste disposizioni con spirito patriottico.  Le pene per i trasgressori furono molto severe, si poteva venire anche arrestati se sorpresi a infrangerle.   Se inizialmente le misure furono accolte positivamente dalla maggior parte della popolazione, con il trascorrere dei mesi si insinuò sempre più una ostilità verso l’uso della mascherina e le misure protettive.

Così quando la prima ondata si esaurì furono organizzate manifestazioni e da più parti si levarono voci contrarie all’uso delle mascherine protettive. Le proteste asserivano l’inutilità della mascherina e affermavano l’idea che il problema economico fosse di gran lunga più pericoloso della influenza. In poco tempo in tutti gli Stati Uniti sempre più persone si rifiutarono di indossare le mascherine, furono assoldati anche volontari per controllare che le persone le indossassero nei luoghi pubblici, a San Francisco le carceri si riempirono di disobbedienti. Alle manifestazioni contro le mascherine parteciparono anche medici e politici. Le proteste convinsero il governo ad eliminare le misure di prevenzione e annullarono l’obbligo della mascherina. All’inizio del 1919 la seconda ondata colpi molto più duramente gli Stati Uniti, si provo a reintrodurre l’obbligo di indossare le mascherine ma non si riuscì nell’intento per l’opposizione di politici e medici.

Non si sa con certezza quanto le mascherine furono utili a contenere l’epidemia, all’epoca si trattava di dispositivi artigianali, delle garze di cotone, in grado di bloccare si delle gocce di saliva ma totalmente inutili a bloccare il virus.

Dopo cento anni le analogie con la pandemia da coronavirus sono sorprendenti, sia sulle misure di distanziamento sociale adottate che sugli disposisttivi di protezione e anche oggi  parte della popolazione vive le misure di prevenzione come una violazione delle proprie libertà individuali.

In realtà anche se negli ultimi 100 anni la medicina ha compiuto degli enormi passi in avanti, oggi come allora ci troviamo di fronte a una malattia nuova contro cui non esiste una cura certa, e l’unico modo che conosciamo per difenderci è il distanziamento sociale e l’igiene personale.

La spagnola, sopratutto con la sua seconda ondata fece milioni di morti in tutto il mondo, possiamo solo sperare che l’epidemia da coronavirus si concluda in maniera differente.

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