Esiste un concetto di bellezza assoluto?
Molto probabilmente no, la nostra idea di bellezza si è evoluta e modificata nel corso degli anni, avvenimenti storici, politici ed economici hanno modificato la nostra concezione di bello.
Se ad esempio analizziamo i canoni di bellezza che definiscono una donna, noteremo che nel corso della storia il concetto di bello o di perfezione fisica ha subito notevoli cambiamenti.

Nell’antico Egitto, l’ideale di bellezza femminile era rappresentato da un corpo esile, vita stretta e spalle piccole.
Nell’antica Grecia a piacere era un corpo più morbido con con forme abbondanti e pelle chiara.
Le forme abbondanti erano sinonimo di ricchezza, benessere e buon animo.
La magrezza invece era segno di malattia e povertà, povertà non solo materiale ma anche intellettuale.

Durante il medioevo la bellezza femminile è rappresentata da un corpo filiforme, canone che verrà soppiantato dalla donna prosperosa del rinascimento dove fianchi larghi, un po’ di pancetta e pelle chiara diventano il modello di bellezza.

Nell’ottocento la bellezza femminile è rappresentata da un corpo pieno, formoso, fianchi stretti esaltati dall’utilizzo di corsetti stringenti e seno prosperoso.
Negli anni venti del novecento il canone di bellezza femminile cambia radicalmente, ma cambia anche il ruolo della donna nella società.
La donna non è più rappresentata come l’angelo del focolare domestico, diventa più disinibita e libera. Le donne si truccano, bevono alcolici e fumano.
La bellezza è rappresentata da un corpo androgino, seno piccolo fianchi stretti e capelli corti.
Un decennio dopo il modello di bellezza cambia nuovamente, negli anni trenta tornano le forme morbide, fianchi larghi e seno abbondante.
L’ostentazione delle curve e la sensualità diventano un modello di bellezza e femminilità.
Gli anni quaranta del novecento sono scossi dalla tragedia della seconda guerra mondiale.
Il ruolo della donna cambia nella società e con esso l’ideale di bellezza.
In tempi difficili alle donne è richiesto di essere forti e indipendenti.
Il modello di bellezza femminile predilige la semplicità, poco trucco, vita stretta e spalle larghe.
Gli anni sessanta del novecento sono gli anni della rivoluzione culturale e di conseguenza cambia anche il canone di bellezza femminile che predilige forme androgine.
Il modello di bellezza è una donna esile, slanciata con gambe lunghe.
Sono gli anni della minigonna che diviene uno dei simboli della rivoluzione culturale.
Gli anni ottanta del novecento sono gli anni del benessere, il simbolo della bellezza femminile diventano le modelle, bellezze irraggiungibili dal fisico snello, seno abbondante, vita stretta e gambe lunghissime.
Negli anni novanta il nuovo canone di bellezza femminile è un corpo magrissimo, androgino.
L’ideale femminile è quello di una donna in carriera, impegnata professionalmente e indipendente.
L’estrema magrezza diventa sinonimo di successo e di emancipazione sociale.
Attualmente il modello di bellezza femminile è dettato dalle star di internet e Instagram.
A prevalere è un addome piatto, vita stretta, seni e fianchi abbondanti.
Un modello sensuale, che è possibile raggiungere anche grazie alla chirurgia estetica.

Abbiamo visto come il concetto di bellezza femminile sia mutato nel corso degli anni, e come sia legato ai mutamenti sociali, economici e culturali.
Nella nostra società diventa sempre più forte il rifiuto di un modello unico di bellezza.
L’ideale di bellezza assoluto non esiste, la bellezza è il frutto delle nostre idee, delle nostre aspirazioni e del nostro ordine sociale.
L’idea condivisa di bellezza continuerà a mutare nelle società future, ma forse la vera bellezza è proprio la diversità di cui è ricco il mondo e che mai si potrà racchiudere in un unico modello.

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