Vi siete mai chiesti a chi appartiene la Luna?
Beh, la risposta non è così scontata.
Nel corso dei decenni c’è stato chi ne ha rivendicato la proprietà ed è riuscito anche a venderne anche alcune parti. Cerchiamo di capirne di più.

All’alba delle missioni spaziali a metà  del 900 il problema divenne di scottante attualità, la possibilità che una nazione arrivasse sulla Luna stava per diventare reale e bisognava regolamentare la materia.
Così nel 1967 le 108 nazioni del mondo tra cui USA e URSS stipularono il trattato dello spazio extra atmosferico. Il quale ratificava che nessuna nazione poteva rivendicare la sovranità o il controllo del territorio lunare. Il trattato nacque con lo scopo di evitare che la colonizzazione dello spazio potesse provocare lo scoppio di una guerra mondiale e oltretutto il ricordo delle atrocità del periodo coloniale era ancora vivo, si voleva evitare il ripetersi di un tale scenario.
Così due anni prima dell’effettivo allunaggio degli americani, la Luna per convezione era diventata un territorio libero dal qualsiasi rivendicazione nazionale.

Nel 1969 miliardi di uomini videro gli astronauti americani piantare la bandiera statunitense sul suolo Lunare. Era una dichiarazione di proprietà da parte degli Stati Uniti? In realtà no, la bandiera americana fu un omaggio dell’equipaggio dell’Apollo a tutti i tecnici che permisero quella impresa.

Nessuna rivendicazione territoriale quindi, anche i vari materiali lunari recuperati dagli astronauti furono messi a disposizione dell’intera umanità. Alcuni reperti lunari furono donati anche agli studiosi sovietici e si era in piena guerra fredda.
Sembrerebbe quindi che la questione sia risola. Ma non è proprio così.
Il trattato del 1967 è incompleto, rende la Luna accessibile a tutta l’umanità e ne nega l’appropriazione da parte delle singole nazioni, ma non specifica a chi appartiene.

Per risolvere il problema nel 1979 fu ratificato l’accordo sulla luna. L’accordo prevede che la Luna sia eredità dell’intero genere umano. Ma l’accordo fu firmato solo da pochi paesi e tra questi non figurano le nazioni che hanno una reale industria aerospaziale. Il valore di questo accordo è quasi nullo.

Oggi diverse aziende hanno in progetto di sfruttare le risorse naturali lunari e di altri corpi celesti come per esempio gli asteroidi e il trattato del 1967 non nega loro di fare questo.

Ma le risorse estratte a chi apparterrebbero?

Gli Stati Uniti nel 2015 con lo Space Act autorizzano aziende private in conformità con le norme del diritto spaziale ad estrarre risorse naturali dai corpi celesti ad appropriarsene e a rivenderle. Aziende come Space X e Blu Origin stanno lavorando in questa direzione.
Altre nazioni invece, tra cui la Russia, pensano che la Luna come gli asteroidi appartengano all’intero genere umano e relativi vantaggi dello sfruttamento devono recare benefici a tutta l’umanità e non a singole aziende o nazioni.
Al momento non c’è una legislazione chiara che mette dei vincoli allo sfruttamento della Luna, e il problema è lasciato alla discrezione delle singole nazioni.

Lo sfruttamento delle risorse lunari è un argomento che nei prossimi anni sarà sempre più importante, . perché sempre più nazioni nei prossimi anni hanno il progetto di ritornare sulla Luna,

Se però è comunemente accettata l’idea che la Luna non sia di nessuno, c’è un uomo Dennis Hope che da anni non solo ne rivendica la proprietà ma si è spinto anche oltre.
Dennis Hope è un imprenditore americano, la sua idea imprenditoriale nacque negli anni 80. Hope era in un momento di difficoltà economica quando una sera, guardando la luna gli venne l’idea di rivendicarne la proprietà. Consultando il trattato extra atmosfera del 1967  ebbe la conferma: la luna non appartiene a nessuno. Così decise di scrivere alle Nazioni Unite, rivendicando la proprietà della luna. Dall’ONU non ebbe nessuna risposta, era un po’ quel che voleva,  interpretò questo silenzio come un assenso verso la sua rivendicazione di proprietà.
Da quel momento suddivise la luna in tanti terreni, alcuni piccoli, altri più grandi e li mise in vendita a circa 20 dollaro all’acro.
E per quanto possa sembrare strano ne riuscì e ancora oggi ne riesce  a vendere parecchi.
Ha un sito internet, lunarregistry.com, dove chiunque può consultare i vari terreni messi in vendita e acquistarli.
Chi è interessato può richiedere un preventivo personalizzato per acquisti sopra i dieci acri di terreno.
Ovviamente Dennis Hope non ha alcuna autorizzazione per la sua attività, una goliardata che gli ha fatto fruttare nel corso degli anni centinaia di migliaia di dollari.

Se fino a qualche anno fa l’idea di utilizzare la luna o gli asteroidi come risorse era relegata alla fantascienza in un futuro molto prossimo invece diverrà un tema attuale su cui bisognerà confrontarsi.

Già oggi lo sfruttamento minerario della luna e di corpi celesti in prossimità della terra stimola aziende e nazioni,  si spera che la conquista delle riserve naturali dello spazio non provochi le tensioni e i conflitti che l’accaparramento delle risorse della terra ha generato e ancora Genera.

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