L’uomo sta distruggendo il pianeta, ma è veramente così?

Facciamo un piccola premessa:
200.000 anni fa è datata più o meno la presenza dell’homo sapiens sulla terra.
Rispetto ai tempi della terra una quantità di tempo insignificante.
Altrettanto insignificante è anche la presenza dell’uomo rapportata alle varie forme di vita presenti sul pianeta.
L’82 percento della vita è composta da piante, il 13 percento da batteri  il 5 percento da animali insetti e pesci e solo lo 0,01 percento dall’uomo..

Nonostante questa insignificante presenza numerica l’uomo nel corso dei secoli ha stravolto il mondo e messo a rischio la natura stessa dell’ecosistema.
Si stima che ha causato l’estinzione dell 83 percento di mammiferi selvatici e il 50 percento delle piante.
Devastazione che sembra essersi accelerata nell’ultimo secolo: il disboscamento, l’agricoltura gli interessi privati e il nostro stile di vita  hanno cancellato la metà delle specie viventi negli ultimi 50 anni.
Il nostro modello di sviluppo è insostenibile per il pianeta terra.

Negli ultimi anni sembrerebbe stia aumentando la consapevolezza del ruolo predatorio dell’uomo sulla terra e della necessità di porre un freno alla devastazione.

Ma perché l’uomo continua a distruggere la natura nonostante questi sconfortanti dati e gli appelli della comunità scientifica?
Il problema è complesso, l’uomo  ha bisogno di modificare l’ambiente per sopravvivere.
Nel corso dei millenni ha adottato diverse tecniche per migliorare la sua sopravvivenza: Agricoltura, allevamento, pesca, affinate e migliorate sempre di più.
Ma dalla rivoluzione industriale in poi, con l’aumento e il consumo spropositato di merci e risorse l’impatto dell’uomo è risultato devastante.
Il sistema economico basato sulla produzione e sul consumo di beni e sulla costante crescita economica hanno esasperato il rapporto dell’uomo con la natura.
Nell’ultimo secolo la popolazione è più che raddoppiata e si stima che entro il 2050 arriverà ai 10 miliardi. Sembrerebbe che l’uomo stia portando alla devastazione la terra.

Ma è davvero così, l’uomo può distruggere il pianeta?

Se è vero che con il suo operato sta sconvolgendo l’ecosistema è altrettanto vero che è anche vittima di tale comportamento scellerato.
L’inquinamento, l’alterazione degli equilibri climatici ogni anno provocano milioni di morti.
A volte quando si parla di salvaguardare la natura la si percepisce quasi come un’opera misericordiosa che l’uomo deve compiere verso le altre forme viventi. In realtà è l’uomo che sempre più sta mettendo a rischio la propria sopravvivenza.
Ancora non siamo in grado di distruggere la terra, la natura è capace di riprendersi velocemente gli spazi abbandonati dall’uomo.

Senza l’uomo nel giro di pochi anni gli edifici e le infrastrutture scomparirebbero, gli agenti atmosferici e le piante le polverizzerebbero, gli animali domestici in poco tempo sparirebbero e si adatterebbero in nuove specie.
L’inquinamento in pochi mesi crollerebbe, le poche settimane di lockdown del 2020 hanno portato un significativo calo delle sostanze tossiche e un tentativo della natura di riprendersi i propri spazi.
In poche migliaia di anni sulla terra non resterebbero tracce dell’uomo, se non qualche fossile e frammento di plastica e vetro.
L’uomo è fragile, vive in un mondo ostile che cerca di adattare alle proprie necessità.

Oggi la nostra tecnica sta mettendo a rischio l’attuale ecosistema, salvaguardare il pianeta significa trovare il giusto equilibrio tra uomo e natura, ma salvaguardare l’ecosistema significa anche salvare l’uomo da un sistema che potrebbe portarlo a una veloce estinzione.
Salvare l’uomo per salvare la terra che abbiamo imparato ad abitare.

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