Milioni di stelle illuminano il cielo notturno.
Ogni volta che alziamo gli occhi per ammirare pianeti, costellazioni e galassie viaggiamo in un remoto passato. I corpi celesti che osserviamo sono così lontani che la luce per arrivare sino a noi ha viaggiato miliardi di anni.
Ma quanto è grande l’universo e cosa c’è ai suoi confini?
La grandezza dell’universo è uno dei misteri che l’astrofisica sta cercando di svelare.
Conoscere le dimensioni dell’universo è un’operazione molto complessa, secondo alcuni ricercatori potremmo non conoscerne mai le reali dimensioni.
Misurare la distanza con oggetti vicino a noi è un’operazione relativamente semplice.

Nel 1961 ad esempio gli astronauti dell’Apollo 11 hanno posizionato sul suolo lunare uno specchio catarifrangente tramite il quale è stato possibile effettuare delle misurazioni precise della distanza che intercorre tra la terra e la Luna.
Un raggio Laser invia dalla terra il suo impulso, il tempo impiegato dal raggio a raggiungere il suolo lunare, colpire lo specchio e ritornare sulla terra ci permette di calcolare con estrema accuratezza la distanza che ci separa dal nostro satellite.
Se questo genere di misurazione è possibile con oggetti a noi vicini, diventa impossibile per pianeti o stelle estremamente lontane.
Il metodo utilizzato per conoscere la distanza di un corpo celeste è la luminosità.
Le stelle variano il colore e l’intensità della luminosità durante la loro vita, una stella giovane ad esempio sarà più luminosa di una più vecchia.
Due stelle che emettono la stessa energia, appariranno ai nostri occhi di colore e luminosità differenti se sono collocati in luoghi diversi nello spazio.
La stella più lontana ci apparirà meno luminosa e la sua luce avrà colore tendente al rosso.
Questo è uno dei metodi che i ricercatori utilizzano per misurare la distanza di una stella.

L’universo è immensamente grande, sappiamo che la luce ha una velocità finita quindi potremmo non vedere la luce di molti corpi celesti perché questa è ancora in viaggio e non ha raggiunto la terra.
Dalla terra noi possiamo vedere solo una piccola porzione dell’universo e tutto quello che c’è oltre questa bolla non possiamo al momento vederlo.
Ma allora come possiamo misurare la grandezza dell’universo?

Gli scienziati stimano l’età dell’universo in circa 13,8 miliardi di anni, di conseguenza noi possiamo vedere soltanto i corpi celesti la cui luce impiega 13,8 miliardi di anni per raggiungerci.
L’universo è quindi grande 13,8 miliardi di anni luce?
In realtà no, l’universo è in costante espansione, quindi la luce emessa dai corpi celesti più lontani è stata trascinata e allontanata dal nostro punto di osservazione.
I ricercatori attraverso complessi calcoli che tengono conto dell’espansione dell’universo a partire dal Big Bang, ritengono che l’universo oggi abbia un raggio di circa 50 miliardi di anni luce e un diametro di circa 100 miliardi o almeno questo è quello che noi possiamo osservare.
Ulteriori studi tenendo conto della parte di universo che a noi non è visibile hanno provato a stimare la reale grandezza dell’universo e ritengono che possa essere almeno 200 volte più grande di quello osservabile.
L’espansione a cui è sottoposto l’universo ne allontana sempre di più i confini osservabili, ma cosa c’è oltre i confini che noi possiamo osservare?
In realtà non lo sappiamo, ma anche definire un confine è complicato, per noi il confine è rappresentato dalla luce che giunge sino a noi, tutto ciò che è oltre non lo conosciamo.
L’universo potrebbe espandersi in uno spazio infinito infinitamente o potrebbe non essere cosi. Se il tempo e lo spazio sono nati con il Big Bang, dovremmo utilizzare riferimenti diversi dal tempo e dallo spazio per definire cosa c’è oltre, ma per il momento questo non è possibile.
Quello che sappiamo è che non conosciamo la reale grandezza dell’universo, non conosciamo neanche tutto ciò che esso contiene.
I confini dell’universo sono rappresentati da ciò che noi oggi possiamo vedere.
L’istinto dell’uomo è da sempre guardare oltre, magari presto potremmo osservare una nuova regione dell’universo e spingere il nostro confine un po’ più distante.

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