Più volte l’anno nel duomo di Napoli si assiste ad un evento prodigioso, la liquefazione del sangue di San Gennaro contenuto in un’ampolla di vetro.
Il fenomeno si ripete ininterrottamente da quasi sette secoli sotto gli occhi di migliaia di fedeli.
Ma che cosa ne pensa la scienza?
Al momento non esiste una spiegazione univoca, il fenomeno appare più complesso di quello che potremmo immaginare, cerchiamo di capire il perché.
San Gennaro era il vescovo di Benevento, vissuto intorno al IV secolo dopo cristo, fu martirizzato e decapitato.
Il suo sangue raccolto e conservato in un ampolla di vetro sarebbe stato venerato nel corso dei secoli fino a giungere ai giorni nostri.
La chiesa non ha mai ufficialmente ritenuto il fenomeno un miracolo, ma viste le forti resistenze da parte della comunità napoletana ad abbandonare il culto, ha comunque deciso di mantenere la tradizione.
Per la commissione medica Vaticana, la liquefazione del sangue di San Gennaro è un evento prodigioso per il quale al momento non c’è una spiegazione scientifica.
La curia di Napoli ha più volte incoraggiato la scienza ad effettuare studi che spiegassero l’origine del fenomeno e nel corso degli anni vari studi sono stati portati avanti.
Uno degli studi più recenti vede protagonista il Cicap, il comitato italiano per il controllo sulle pseudo scienze che nel 1991 ha cercato di risolvere l’enigma.
I ricercatori del Cicap non hanno studiato direttamente il sangue conservato nell’ampolla di vetro, ma si sono concentrati nel ricreare una sostanza che manifestasse le stesse caratteristiche del sangue di San Gennaro.
Per risolvere l’enigma hanno proposto l’ipotesi della tissotropia, cioè la capacita di alcune sostanze di passare dallo stato solido a quello liquido grazie a sollecitazioni meccaniche.
I ricercatori del Cicap ritengono che la sostanza venerata dai fedeli non sia altro che l’opera di un abile alchimista dell’epoca, in grado di realizzare un fluido capace di tramutare la sua forma, se sottoposto a sollecitazioni.
La sostanza ricreata dai ricercatori del Cicap, simile per colore e consistenza a quella contenuta nell’ampolla custodita nella cattedrale di Napoli, ha manifestato le stesse caratteristiche.
Se sollecitata muta la sua forma da uno stato solido ad uno stato liquido, per poi ritornare allo stato solido.
Durante la presentazione dello studio però i ricercatori del Cicap sono stati duramente attaccati dal professore Giuseppe Geraci, docente di biologia molecolare dell’università di Bologna, che dopo aver precisato che non crede ai miracoli, ha smantellato la tesi dei ricercatori sostenendo che la tissotropia non centra nulla con il fenomeno del sangue di San Gennaro.
Secondo Geraci all’interno dell’ampolla non è presente una sostanza frutto del lavoro di un alchimista, ma del sangue.
Studi precedenti infatti attraverso l’analisi spettroscopica del fluido avrebbero rivelato lo spettro dell’Emoglobina, indizio che all’interno dell’ampolla ci sia realmente del sangue.
A conferma di questa ipotesi il professore Geraci ha avuto modo di analizzare il fluido presente in un altra ampolla, trovata nell’Eremo di Camaldoli, simile per aspetto e caratteristiche a quella che contiene il sangue di San Gennaro.
Il fluido presente nell’ampolla di Camaldoli una volta analizzato si è rivelato essere sangue umano.
All’apertura dell’ampolla, il sangue, entrato in contatto con l’aria, ha assunto immediatamente una forma gelatinosa.
Il sangue solidificato è stato sottoposto ai test del movimento ed ha mutato la sua forma, da uno stato solido è passato ad uno stato liquido.
Il professor Geraci a conclusione dell’analisi afferma che la trasformazione osservata non può essere spiegata soltanto dal movimento, la sostanza cambierebbe stato per motivi che ancora non sono chiari.
Il fluido contenuto nell’ampolla di San Gennaro sembra cambiare stato a prescindere dalle condizioni ambientali. Il caldo e il freddo ad esempio non sembrerebbero essere determinanti, il fenomeno si ripete in ugual misura sia d’estate che d’inverno, lo stesso movimento, elemento chiave delle analisi, non sembrerebbe essere decisivo per la sua trasformazione perché a volte dopo giorni di sollecitazioni non muta la sua forma, mentre in altri casi, ancora prima che venga sollecitato, ha già raggiunto lo stato liquido.
Allo stato attuale quello che le analisi nel corso degli anni hanno evidenziato è che la sostanza racchiusa all’interno dell’ampolla potrebbe essere sangue, ma le ricerche non sono ancora riuscite a spiegare il fenomeno.
Tutte le ipotesi avanzate sembrerebbero essere ancora aperte, ma per risolvere questo affasciante mistero saranno necessari ulteriori e approfonditi studi.