Il 25 maggio del 1961 John Kennedy con il suo storico discorso fissò l’obiettivo per gli Stati Uniti: andare sulla Luna entro il decennio.
In realtà la corsa allo spazio era iniziata già qualche anno prima e per gli Stati Uniti le cose non stavano andando molto bene.
Nel 1957 i sovietici con lo Sputnik 1 avevano inviato il primo satellite in orbita. Il successo della missione aveva spaventato il mondo occidentale, i sovietici avevano dimostrato la loro superiorità militare e tecnologica.
Gli americani reagirono, il presidente Eisenhower creò la NASA, fu stilato il programma Mercury con l’obiettivo di inviare un uomo nello spazio.
I sovietici riuscirono però a battere nuovamente sul tempo gli americani nel 1961: il cosmonauta sovietico Yuri Gagarin riuscì nell’impresa di essere il primo uomo ad andare nello spazio.
Gli americani un mese dopo con Alan Shepard riuscirono a completare un breve volo suborbitale di 15 minuti.
Nel frattempo John Kennedy subentrò ad Eisenhower, e fu in questo clima che Kennedy decise di alzare la posta in gioco e fissò l’obiettivo di raggiungere la Luna in soli 10 anni.
Il presidente americano aveva bisogno di fissare un successo clamoroso per rimediare e far dimenticare i successi sovietici.
In realtà le parole di Kennedy non furono accolte da un unanime entusiasmo, l’obiettivo era ambizioso, forse anche troppo, e per molti questa corsa allo spazio era uno spreco di soldi inaccettabile.
Lo sforzo economico e tecnologico era davvero enorme, sia per gli americani che per i sovietici, ma proprio in quegli anni, segnati dalla guerra fredda, prese corpo un’ipotesi che poteva ribaltare tutto.
Perché non cooperare e programmare una missione comune tra americani e sovietici e raggiungere l’obiettivo insieme?
Fu un’idea di Kennedy, una cooperazione tra Usa e Urss per la conquista della Luna avrebbe potuto distendere il clima tra le due potenze, non più in contrapposizione, ma in cooperazione per un obiettivo comune.
Kennedy propose la collaborazione a Khrushchev nel 1961 durante un incontro. Khrushchev probabilmente sorpreso dalla proposta non rifiutò, prese del tempo, le due potenze erano impegnate in negoziati per regolamentare e vietare i test nucleari, così non si concretizzò l’accordo.
Kennedy non abbandonò l’idea, e nello storico discorso alle Nazioni Unite esplicò davanti al mondo la sua idea:
Perché Stati Uniti e Unione Sovietica dovevano duplicare gli sforzi per una missione così importante per l’umanità intera, perché dovevano competere e non cooperare?
Per Kennedy un accordo, una cooperazione per l’esplorazione dello spazio era possibile e auspicabile.
Purtroppo l’auspicio di Kennedy non si realizzò, i motivi di tensione tra le due potenze erano troppi da parte di entrambe, si era nel pieno della guerra fredda: la crisi dei missili di Cuba, la crisi degli U-2, la costruzione del muro di Berlino e l’uccisione del presidente Kennedy resero impossibile la missione congiunta.
Probabilmente si perse una grande occasione, la cooperazione tra le due potenze avrebbe aggiunto un valore simbolico alla conquista della Luna.
Se però la cooperazione per le missioni lunari non si realizzò, il 1975 segna la fine della gara verso lo spazio.
Il 17 Luglio una navicella americana del programma Apollo e la Sojuz sovietica si agganciarono in orbita attorno alla terra permettendo ai due equipaggi di incontrarsi.
Fu il primo passo che portò alla cooperazione per la costruzione negli anni 90 della stazione spaziale internazionale che ancora oggi orbita intorno alla terra.
La conquista del cosmo è un’impresa ai limiti delle capacità dell’uomo la cooperazione è la strada che le future generazione dovranno percorrere per renderla possibile.