Che cosa è la vita? è possibile ricreare la vita artificialmente?
Centinaia di studiosi nel corso dei secoli hanno provato a rispondere a questa domanda ma che cosa sappiamo oggi sulla nascita della vita?
La vita sul pianeta terra è apparsa circa 4,4 miliardi di anni fa quando la terra cominciò a raffreddarsi, l’acqua raggiunse lo stato liquido e si formarono le prime strutture microbiche che in milioni di anni hanno generato forme più complesse di vita grazie all’evoluzione.
Quello che sappiamo sull’origine della vita attualmente è frutto di deduzioni e della ricerca interdisciplinare di varie branche della scienza.
Ma come fa la materia inerte a tramutarsi in una forma vivente?
Per molto tempo si è ritenuto che la vita potesse nascere dalla materia inerte spontaneamente grazie all’azione di flussi vitali.
Ad esempio il chimico Jean Baptiste Van Helmont intorno al 1600, anche se oggi ci può apparire assurdo, affermava che i topi si generassero autonomamente dall’immondizia.
L’idea che la vita si potesse generare autonomamente grazie a flussi vitali fu nel corso dei secoli smentita da numerosi esperimenti ma con la scoperta del microscopio e del mondo dei microrganismi l’idea di una generazione autonoma della vita riprese vigore, ma con il progredire della conoscenza si comprese che i processi che portano alla nascita della vita sono molto più complessi.
Negli anni cinquanta del novecento Stanley Miller realizzò uno degli esperimenti più famosi.
Nel suo laboratorio ricreò le condizioni della terra primordiale e attraverso la stimolazione elettrica, di quei gas che si presume componessero l’ambiente della terra milioni di anni fa, riuscì a creare dei composti organici.
Con questo esperimento Miller dimostrò che scariche elettriche che simulavano l’azione di fulmini, in presenza di acqua e di una miscela di gas, erano in grado di portare alla formazione di molecole organiche.
L’esperimento di Miller fu sicuramente un enorme passo avanti nella comprensione delle meccanismi che danno origine alla vita, anche se ancora oggi è difficile spiegare come dei semplici composti organici concentrati in un brodo primordiale furono in grado di ricreare cellule dotate di quei requisiti minimi per poter essere considerati esseri viventi.
Nel 2010 hanno fatto molto scalpore le dichiarazioni di John Craig Venter, che su un articolo pubblicato su Science annunciava di aver costruito la prima cellula artificiale controllata da un DNA sintetico.
Il ricercatore ha svuotato il nucleo di una cellula e lo ha sostituito con del materiale genetico sintetizzato artificialmente. Il materiale sintetico ha permesso alla cellula di dividersi e moltiplicarsi.
In realtà, nonostante l’interesse della sua ricerca, non si può affermare che Venter ha sintetizzato in laboratorio la vita, perché si è servito di una cellula svuotandola del suo nucleo.
Ultimamente si sta facendo largo una nuova affascinante ipotesi che teorizza che la vita primitiva spossa essersi formata in un ambiente extraterrestre.
In un ambiente extraterrestre la materia inerte potrebbe avere interagito con elementi estranei alle condizioni presenti sulla terra 4 miliardi di anni fa ed essere giunta sulla terra tramite comete, asteroidi o altri eventi cosmici.
Questo è uno dei motivi per cui negli ultimi anni si sta intensificando la ricerca di forme di vita su altri pianeti sia del nostro sistema solare che extrasolari.
Se l’idea che la vita possa essere nata su un altro pianeta del cosmo non risponde alla domanda sull’origine della vita, è anche vero che se la vita si è formata su un corpo celeste diverso dalla terra dimostrerebbe che sarebbe sufficiente che le condizioni della vita si verifichino in un singolo pianeta del cosmo, per colonizzare il resto dell’universo.
Se questo fosse vero si aprirebbero nuovi e incredibili scenari che potrebbero contribuire a riscrivere la nostra storia e forse la nostra visione dell’universo.
Al momento abbiamo tante ipotesi e poche certezze, ma forse la risposta alla nostra domanda sta in uno dei miliardi di corpi celesti che compongono l’universo.