Se miliardi di stelle popolano l’universo, come mai il cielo notturno ci appare buio?
La luce di miliardi di stelle dovrebbe illuminare il cielo costantemente, come mai questo non avviene?
Questa che appare come una domanda banale, in realtà è una questione che è stata molto discussa dagli studiosi nel corso degli anni.
Heinrich Wilhelm Olbers era un astronomo tedesco, nel 1826 propose il famoso quesito: come è possibile che il cielo notturno sia buio se nell’universo sono presenti un’infinità di stelle?
Sino agli inizi del XX secolo si riteneva che l’universo avesse un’estensione infinita, e che non avesse avuto un inizio, ma fosse presente da sempre.
Se queste condizioni fossero vere qualunque punto del cielo prima o poi sarà illuminato da una stella perché per quanto antiche e distanti le stelle siano da noi, la loro luce, prima o poi giungerà sino a noi.
Quindi in futuro avremo un cielo notturno più luminoso?
Oggi sappiamo che i presupposti di partenza postulati da Heinrich Wilhelm Olbers e ritenuti validi sino al XX secolo sono sbagliati.
L’universo non ha una età infinita, sappiamo che ha avuto origine dal Big Bang circa 13 miliardi di anni fa.
La luce delle stelle di conseguenza non ha avuto tempo infinito per giungere sino a noi.
Ci vorranno quindi altri miliardi di anni per fare in modo che la luce di tutte le stelle dell’universo giunga sino a noi?
Anche questa ipotesi è sbagliata. Nel 1929 l’astronomo statunitense Edwin Hubble ha scoperto che l’universo è in continua espansione.
Le distanze cosmologiche con il passare del tempo aumenteranno sempre di più. Questo movimento contrario rispetto a quello della propagazione della luce fa si che non vedremo mai la luce delle stelle più lontane.
Gli studi degli ultimi anni, hanno inoltre evidenziato come l’espansione dell’universo sia in aumento.
L’aumento dell’espansione dell’universo fa si che la luce delle stelle più lontane venga trascinata fuori dalla nostra visone e il cielo notturno in futuro ci apparirà sempre più buio.
Nel 1965 nel New Jersey i ricercatori Pienzas e Wilson individuano la radiazione cosmica di fondo.
La radiazione cosmica di fondo è la testimonianza del Big Bang, è la luce emessa dalla singolarità che ha dato il via alla formazione dell’universo.
Anche se ai nostri occhi ci appare invisibile, è la luce che si è liberata durante il Big bang e che l’espansione dell’universo ha reso sempre più debole sino a farla entrare nello spettro delle microonde.
La radiazione cosmica con la sua fievole luce invisibile ai nostri occhi è presente in qualunque angolo dell’universo ed è la testimonianza diretta dell’evento che ha dato vita all’universo.
Il cielo notturno ai nostri occhi appare buio, ma l’oscurità è la prova diretta della singolarità che ha dato il via a tutto e che ci permette oggi di alzare gli occhi al cielo e ammirarne la grandiosità.