Che fine ha fatto l’influenza stagionale?
Secondo gli ultimi dati che arrivano dall’emisfero meridionale, il 2020 ha visto un decremento significativo dei casi influenzali.
I dati sono molto importanti perché per i paesi a sud dell’equatore dovrebbe essersi conclusa la stagione influenzale e oltretutto sembrerebbe riproporsi lo stesso trend anche per i paesi a nord dell’equatore, dove la stagione influenzale è ancora all’inizio.
In Italia, l’Istituto Superiore di Sanità ha confermato che nelle prime settimane del 2021 i casi di influenza sono quasi irrilevanti.
Da cosa può dipendere la quasi scomparsa dei comuni virus influenzali?
L’argomento appassiona i ricercatori che stanno studiando il fenomeno e cercando le cause.
Possono le misure di contenimento diffuse contro il Sar-Cov-2 avere impedito la proliferazione di altri virus?
Questa è un’ipotesi che i ricercatori stanno valutando: il distanziamento sociale, l’uso di mascherine, l’igiene delle mani sicuramente possono aver limitato la circolazione di altri virus.
Se è vero che le misure di contenimento alla pandemia possono aver influito sulla diffusione dei virus influenzali, è anche vero che il calo si è riscontrato anche in regioni, come i paesi del Sud America, dove distanziamento e uso delle mascherine non sono così diffusi tra la popolazione.
Alcuni ricercatori pensano che un fattore importante per la riduzione dei casi influenzali possa dipendere dall’aumento delle vaccinazioni contro i virus stagionali, ma sopratutto potrebbe dipendere dalla riduzione dei viaggi intercontinentali.
A quanto pare, non solo i virus influenzali hanno subito un drastico calo, ma anche i comuni virus del raffreddore, i Rhinovirus, sembrerebbero aver infettato un numero minore di persone rispetto alla media del periodo.
Nei mesi scorsi si temeva che una sovrapposizione tra le infezioni di influenza e di Sars-Cov-2 potesse rappresentare un ulteriore carico per il sistema sanitario nazionale. Quindi questa potrebbe essere una buona notizia.
Non tutti i ricercatori però sono d’accordo, per alcuni una minore diffusione dei comuni virus potrebbe indebolire il sistema immunitario e rendere gli organismi più vulnerabili rispetto a nuove varianti dei virus influenzali. Questo potrebbe rendere maggiormente aggressive le future stagioni influenzali.
Oltretutto alcuni virus sembrerebbero offrire un valido aiuto all’organismo durante altre infezioni virali.
Recenti studi hanno evidenziato come i soggetti con sindrome para-influenzale hanno il 70 percento di probabilità in più di contrarre in forma leggera il Covid-19 rispetto a chi non sintomi del raffreddore.
Sembrerebbe che i comuni virus del raffreddore riescano ad impedire la proliferazione nell’organismo da parte di altri virus, proteggendolo da infezioni più gravi.
Sono ancora ipotesi a cui i ricercatori stanno lavorando e che richiedono ulteriori studi per essere confermate.