La tecnologia fa sempre più parte della nostra vita, e sempre più spesso diventa indispensabile per il nostro benessere, ma la stessa tecnologia che ci assicura standard di vita più elevati può mettere a rischio le nostre vite? Secondo recenti studi si.
Cerchiamo di capirne di più.
Oggi la tecnologia è entrata prepotentemente nelle nostre vite, se l’utilizzo di smartphone, internet e servizi di intrattenimento fanno ormai parte della nostra quotidianità, se la nostra vita si svolge sempre spesso online, la sfida per prossimo futuro è avere più cose possibili collegate in rete. L’obiettivo è fare in modo che tutto quello che utilizziamo ogni giorno possa interagire e sia in grado di fornirci nuovi entusiasmanti servizi.
L’internet delle cose è la nuova frontiera, gli oggetti presenti nelle nostre case sono sempre più connessi, abitare in una casa tecnologicamente avanzata sarà sempre più alla portata di tutti e determinerà nuovi livelli di benessere.
Se lo sviluppo tecnologico renderà più comode le nostre vite, è anche vero che dovremmo cedere molto della nostra privacy. I nostri profili digitali avranno sempre più informazioni sul nostro comportamento, su cosa ci piace e sullo stile delle nostre vite.
Secondo una recente statistica 3 miliardi di dispositivi sono oggi collegati alla rete internet, televisori, lavatrici e elettrodomestici fanno parte di quell’internet delle cose che rende le nostre case tecnologicamente avanzate ma mette anche a rischio la nostra sicurezza.
Questo accade perché i produttori sono più interessati a venderci il prodotto con mille funzionalità e molto spesso trascurano gli aspetti legati alla sicurezza.
Secondo recenti studi, le nostre reti domestiche sono facilmente violabili, elettrodomestici potrebbero fungere da ponte per permettere a hacker di entrare nei nostri sistemi, violare la nostra privacy o appropriarsi di dati sensibili.
Ma il rischio legato all’utilizzo di queste nuove tecnologie non riguarda soltanto la nostra privacy o la sicurezza dei nostri dati, una società sempre più connessa può potenzialmente mettere a rischio la nostra stessa vita.
È solo di qualche anno fa l’allarme lanciato dal Journal of the American College of Cardiology che manifestava la preoccupazione che i pacemaker potessero essere vittime di un attacco hacker.
I pacemaker dotati di collegamento wireless hanno mostrato una serie di falle nella sicurezza che li esponeva a possibili attacchi hacker.
Una società sempre più connessa, in cui ad essere connessi non sono soltanto i computer, ma anche gli elettrodomestici, i mezzi di trasporto e i dispositivi medici, se da una parte rende la nostra vita più semplice e comoda dall’altra rischia di rendere vulnerabili settori delle nostra società.
Se un eventuale gruppo terroristico riuscisse a prendere il controllo della nostra rete stradale o dei dispositivi medici, riuscirebbe a mettere in serio rischio la sicurezza e la vita di milioni di persone.
Se fino a qualche anno fa eventi del genere erano considerati fantascienza, a breve potrebbero diventare realtà.
I timori legati ad un uso criminale della tecnologia non possono fermare il progresso tecnologico, ma devono porre l’attenzione sull’uso che se ne potrebbe fare, c’è bisogno che le istituzioni si facciano garanti della sicurezza dei cittadini e spingano i produttori a rispettare protocolli sempre più stringenti riguardo la violabilità dei loro sistemi, perché è in gioco non solo la sicurezza del singolo cittadino ma anche del nostro sistema sociale.