A più di un anno dall’inizio della pandemia di Coronavirus, i dati ci mostrano che c’è chi è più vulnerabile alla malattia e chi meno.
Se età, stato di salute e malattie pregresse sono indubbiamente il primo discrimine a determinare l’evolversi della malattia, i ricercatori sembrerebbero avere individuato ulteriori fattori.
Una parte della popolazione sembra essere più resistente all’infezione, ma questo da che cosa è determinato?

Rispondere a questa domanda al momento non è per niente semplice, ma alcuni gruppi di ricerca stanno provando ad indagare.
Uno studio condotto dalla Società americana di Ematologia, pubblicato sul portale Blood Advances ha ipotizzato che il gruppo sanguigno di appartenenza possa essere uno di quegli elementi che influisce sulla probabilità di essere contagiati dal virus e sviluppare la malattia.
Sono stati esaminati i dati di circa 473 mila persone, ed è stato rilevato che gli appartenenti al gruppo sanguigno 0 hanno una probabilità di circa il 20% inferiore di ammalarsi rispetto a quelli appartenenti ai gruppi A,B o AB.
Il meccanismo che determina questa differenza riscontrata nei dati non è ancora chiaro ma può il gruppo sanguigno renderci immune a singole malattie?

I ricercatori ipotizzano che il gruppo sanguigno abbia un legame diretto con il sistema immunitario e questo potrebbe determinare l’effetto che un virus ha sul nostro organismo.
Il gruppo sanguigno quindi sembrerebbe avere un ruolo maggiore rispetto a quello che sino ad ora abbiamo ipotizzato, ma che cosa determina la nostra appartenenza ad un gruppo sanguigno?

A inizi Novecento il biologo austriaco Karl Landsteiner scopre l’esistenza dei 4 gruppi sanguigni, A – B – AB – 0, ciò che differenzia i singoli gruppi è la presenza o l’assenza di specifici antigeni. Gli antigeni in questo caso sono due A e B, quindi chi ne possiede o l’uno o l’altro si ritroverà con il gruppo sanguigno A o B; chi li possiede entrambi avrà il gruppo sanguigno AB e infine, i soggetti che ne sono privi appartengono al gruppo Zero.
Se questa differenziazione è essenziale nei casi in cui bisogna affrontare una trasfusione di sangue, in quanto pochi millilitri di sangue non compatibile possono scatenare gravi reazioni, o nel caso di donazione di un organo, oggi si ritiene che il gruppo sanguigno possa determinare anche la predisposizione verso determinate malattie.
Uno studio condotto dalla Karolinska Instutet in Svezia ha mostrato come l’appartenenza ad un specifico gruppo sanguigno possa essere un fattore di rischio nello sviluppo di alcune malattie.
è stato evidenziato ad esempio come gli appartenenti al gruppo sanguigno A hanno una maggiore probabilità di sviluppare un cancro allo stomaco, mentre i gruppi B e AB sembrano più soggetti a sviluppare tumori del pancreas.
Il gruppo 0 sembrerebbe meno predisposto allo sviluppo di tumori ma più predisposto ad sviluppare forme gravi di infezioni, come il colera ad esempio.

Se questi studi sino ad ora si basano solo su ipotesi ricavate dall’osservazione, una evidenza scientifica nota è che gli appartenenti al gruppo 0 a causa della minore presenza di una proteina da cui dipende la coagulazione del sangue sono meno soggetti a eventi trombotici a differenza degli appartenenti al gruppo A che avendo una concentrazione maggiore della proteina risultano più predisposti.

Questo spiegano i ricercatori del Policlinico di Milano che si sono occupati della correlazione tra gruppo sanguigno e Coronavirus potrebbe spiegare il perché gli appartenenti al gruppo 0 siano più resistenti all’infezione di Coronavirus, in quanto proprio la formazione di trombi rappresenta una delle maggiori complicanze della malattia.

Al momento queste sono solo ipotesi che nel corso degli anni verranno approfondite con ulteriori studi, non c’è nessuna certezza che l’appartenenza ad uno specifico gruppo sanguigno possa rendere più o meno sensibili a determinate malattie, quindi qualunque sia il nostro gruppo di appartenenza, non possiamo che consigliare prudenza sia per noi stessi che per le persone con cui condividiamo la nostra vita.

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