Una improvvisa ondata di calura, un temporale inatteso, un vento gelido o una pioggia battente, quante volte le condizioni meteorologiche hanno condizionato il nostro stato emotivo?
Ma può il clima condizionare il nostro comportamento? Spingerci a comportamenti asociali o addirittura violenti?
Diversi studi portati avanti nel corso degli anni hanno provato a fare chiarezza, e la realtà è forse più inaspettata di quello che pensavamo.
Uno studio pubblicato su Nature ha testato la relazione tra temperatura ambiente e personalità. I ricercatori hanno condotto due studi su larga scala in due paesi geograficamente grandi ma culturalmente distinti: Cina e Stati Uniti e sono arrivati alla conclusione che la temperatura ideale in cui vivere è 22 gradi.
A tale temperatura hanno riscontrato comportamenti umani più inclini alla socialità, alla scoperta e una maggiore stabilità emotiva.
Una temperatura clemente renderebbe il nostro stato d’animo più positivo e più aperto a nuove scoperte.
Se i risultati di questa ricerca a molti possono sembrare scontati, dopotutto una clima clemente rende tutti di buon umore, la ricerca portata avanti da un team americano appare forse meno scontata e sicuramente più preoccupante.
I ricercatori hanno preso in esame 60 studi legati al clima e ai suoi cambiamenti e li hanno rapportati con il comportamento delle popolazioni.
Il risultato di questa ricerca è stato pubblicato sulla rivista scientifica Science è ha scatenato un vivace dibattito
I ricercatori hanno determinato che a mutazioni repentine nel clima standard di una regione corrispondono altrettanti cambiamenti nel comportamento delle persone che nella regione vi abitano.
L’aumento statistico delle aggressioni registrato in India ad esempio segue i periodi di siccità, omicidi e atti di violenza nelle città americane aumentano con l’aumentare delle ondate di calore.
I cambiamenti comportamentali dei gruppi umani sarebbero correlati con la variazione del clima.
La correlazione avverrebbe soprattuto quando in una regione, le condizioni meteorologiche standard vengono stravolte da improvvisi e repentini cambiamenti.
I ricercatori affermano che per ogni deviazione dello standard climatico, ad esempio verso piogge più estreme o temperature più alte si può stimare un aumento della violenza tra gli individui del 3,9 percento e un aumento di conflitti tra i gruppi sociali del 13,6 percento.
Se lo studio è corretto e se come prevedono i modelli entro il 2050 i mutamenti climatici si moltiplicheranno e di conseguenza le deviazioni agli standard climatici aumenteranno, ci dovremmo attendere un aumento di conflitti e violenza su larga scala.
I ricercatori non attribuiscono la responsabilità di tali violenti cambiamenti nel comportamento dei gruppi umani esclusivamente al clima, i motivi possono essere conseguenziali, i cambiamenti climatici possono ad esempio alterare le economie delle regioni colpite e di conseguenza il peggioramento delle condizioni economiche spingere la popolazione a atti di violenza e ribellione.
Se la ricerca non ha convinto tutti gli studiosi, l’analisi dei dati portata avanti dal Team americano ha comunque rilevato una possibile correlazione tra il mutamento del clima e l’aumento delle violenze, l’argomento è sicuramente da non sottovalutare e andrà approfondito con ulteriori studi.
Se alcune ricerche legano l’aumento di atti di violenza a cambiamenti climatici estremi, altri ricercatori hanno cercato di correlare la temperatura al comportamento umano.
Alcuni esperimenti hanno dimostrato come un ambiente caldo o uno freddo influenzi i giudizi delle persone.
Ambienti caldi renderebbero gli uomini più comprensivi mentre ambienti freddi renderebbero più severi nelle decisioni e giudizi.
Che le condizioni atmosferiche, la temperatura, l’irraggiamento solare influenzano il nostro umore, molto probabilmente è vero, ma che esista una standard ideale per tutti gli uomini è ancora da dimostrare, forse ognuno di noi ha il suo clima ideale.